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Reati Ambientali: cosa sono, cosa succede quando si verificano in azienda e le conseguenze previste dalla legislazione

Si sente spesso parlare di “reati ambientali”, ma cosa si intende con questo termine? Per rispondere a questa domanda dobbiamo rivolgerci ai giuristi che ci spiegano che, in generale, nella legislazione ambientale, con il termine “reato ambientale” si intende: “un comportamento (condotta) idoneo a mettere in pericolo o a ledere l’ambiente”. Ovviamente, la condotta (come direbbe il giurista) e il tipo di conseguenza, devono essere specificatamente previsti nella legislazione ambientale vigente, in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso, poiché: “nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente previsto dalla legge come reato”. E quest’ultimo è un diritto sancito dalla nostra Costituzione e dal Codice Penale e, naturalmente, si applica anche ai reati ambientali. 

Vediamo di seguito un approfondimento sul tema affrontando i seguenti argomenti: 

QUALI SONO I REATI AMBIENTALI PREVISTI DALLA LEGISLAZIONE AMBIENTALE VIGENTE?

reati-ambientali-conseguenze-legislazione

Il codice penale prevede da tempo alcuni reati ambientali, tra i quali ricordiamo:

  • Incendio boschivo (423 bis c.p.)
  • Inondazione, frana, valanga (426 c.p.)
  • Crollo di costruzioni o altri disastri (434 c.p.)
  • Avvelenamento di acque e di sostanze alimentari (439 c.p.)
  • Distruzione di materie prime o di prodotti agricoli o industriali, ovvero di mezzi di produzione (499 c.p.)
  • Diffusione di una malattia delle piante o degli animali (500 c.p.)
  • Uccisione di animali (544 bis c.p)
  • Maltrattamento di animali (544 ter c.p.)
  • Spettacoli o manifestazioni vietati (544 quater c.p.)
  • Divieto di combattimenti tra animali (544 quinquies c.p)
  • Getto pericoloso di cose (674 c.p.)
  • Danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale (733 c.p.)
  • Distruzione o deturpamento di bellezze naturali (734 c.p.)

Più recentemente, con la Legge n. 68 del 22 maggio 2015, è stato introdotto nel codice penale il Titolo VI –bis, dedicato esclusivamente ai delitti contro l’ambiente, introducendo le seguenti nuove fattispecie di reato:

  • Inquinamento ambientale (art. 452 bis c.p.),
  • Disastro ambientale (art. 452 quater c.p.),
  • Traffico ed abbandono di materiale radioattivo (art. 452 sexies c.p.),
  • Impedimento di controllo (art. 452 septies c.p.),
  • Omessa bonifica (art. 452 terdecies c.p.)

QUANTO SONO GRAVI LE PENE PER I REATI AMBIENTALI PREVISTI NELLA LEGISLAZIONE AMBIENTALE?

Per i reati ambientali introdotti con la Legge n. 68 del 2015, il codice penale prevede pene molto severe, che vanno dalla reclusione, da 6 mesi (impedimento di controllo) fino a 15 anni (disastro ambientale), nonché multe da 10.000 a 100.000 euro.

Considerando anche le possibili aggravanti, la pena della detenzione può arrivare fino a 20 anni!

CHE COSA SUCCEDE NELL’AZIENDA QUANDO SI VERIFICANO REATI AMBIENTALI?

Sebbene la responsabilità penale sia imputabile alla persona fisica (ad esempio una figura apicale all’interno dell’impresa, quale ad esempio l’amministratore della società o un soggetto delegato), anche l’azienda può essere “coinvolta”, con gravi conseguenze economiche.

I reati ambientali, infatti, possono causare anche una responsabilità amministrativa, così come prevista dal D. Lgs. 231/01 con l’applicazione in capo all’ente di conseguenti pene pecuniarie come:

  • Confisca e/o sequestro preventivo del profitto del reato
  • Confisca di somme e beni dell’azienda
  • Sequestro per equivalente di beni dell’azienda come titoli, quote azionarie e liquidità in deposito dell’ente
  • Sequestro dell’azienda con la nomina di un amministratore giudiziario

I REATI AMBIENTALI E L'ATTIVITÀ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA

La Polizia Giudiziaria, acquisita la notizia di reato, raccoglie tutti gli elementi essenziali del fatto, per mezzo di accessi nei luoghi e sopralluoghi in cui si è verificato l’evento. Quanto raccolto viene trasmesso al Pubblico Ministero, che iscrive la notizia di reato nel registro degli indagati. L'iscrizione della notizia di reato segna l'inizio formale delle indagini preliminari (come previsto dall’art. 335 del codice di procedura penale).

LE MISURE CAUTELARI CONSEGUENTI AD UN REATO AMBIENTALE

Ma la Polizia Giudiziaria non svolge sopralluoghi al solo fine di visionare i luoghi…

  • Nella flagranza del reato, gli ufficiali di polizia giudiziaria possono procedere a perquisizione locale, qualora abbiano fondato motivo di ritenere che cose o tracce pertinenti al reato e che si trovino in un determinato luogo, possano essere cancellate o disperse.
  • Se necessario la polizia giudiziaria può procedere con il sequestro del corpo del reato e delle cose a questo pertinenti.

REATI AMBIENTALI: I DIRITTI DELLA DIFESA

La nostra legislazione prevede dei diritti per la persona sottoposta alle indagini, che possiamo riassumere brevemente così:

  • Deve essere assistita da un difensore.
  • Qualora ne sia priva, deve essere avvisata che verrà nominato un difensore di ufficio
  • Qualora assistita da un difensore d’ufficio, in qualsiasi momento la persona sottoposta alle indagini può nominarne un difensore di sua fiducia.

Il diritto alla difesa sussiste in capo a ciascun indagato sin dal compimento dell’interrogatorio o dell’ispezione, così come al compimento di atti di perquisizione o sequestro.

Nel corso delle indagini preliminari, i difensori hanno facoltà di presentare memorie e richieste scritte al pubblico ministero.

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