I rischi psicosociali in ambito lavorativo rappresentano un tema rilevante nel panorama della sicurezza sul lavoro moderna. Questi rischi si riferiscono alle condizioni presenti in un ambiente lavorativo legate all'organizzazione e alla gestione del lavoro, e alla sua interazione sociale, che hanno il potenziale di causare danno psicologico, fisico e sociale.
La gestione efficace dei rischi psicosociali non solo migliora il benessere dei lavoratori ma rafforza anche la cultura organizzativa, promuove la sostenibilità dell'organizzazione e aumenta la produttività complessiva. Affrontare questi rischi non è solo una responsabilità legale ed etica delle aziende, ma una strategia fondamentale per il successo a lungo termine. La crescente consapevolezza su questi temi sottolinea l'importanza di politiche lavorative inclusive e attente alla salute psicosociale dei lavoratori, posizionando il benessere al centro delle priorità organizzative.
Vediamo di seguito un approfondimento sui rischi psicosociali, affrontando i seguenti punti:
Per sapere chi ha definito i rischi psicosociali, si può andare a vedere quanto indicato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) nel 1986 che li ha definiti come quei rischi che “si riferiscono alle interazioni tra l’ambiente di lavoro, il contenuto del lavoro, le condizioni organizzative e le capacità, i bisogni, la cultura e le considerazioni personali extra-lavorative dei lavoratori che possono, attraverso le percezioni e l’esperienza, influenzare la salute, le prestazioni lavorative e la soddisfazione lavorativa”, collegandoli quindi alle strategie organizzative, produttive e di gestione delle risorse umane adottate dal datore di lavoro.
L’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (OSHA), nel documento “Le previsioni degli esperti sui rischi psicosociali emergenti relativi alla sicurezza e alla salute sul lavoro” del 2007, fa rientrare il rischio psicosociale tra i rischi emergenti per la salute e la sicurezza sul lavoro, ossia si tratta di rischio nuovo e in aumento. Nel documento viene indicato che i rischi psicosociali possono elevare lo stress e portare a un serio peggioramento della salute mentale e fisica dei lavoratori.
Il D.Lgs. 81/08 all’art. 2 riporta la definizione di salute come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un'assenza di malattia o d'infermità”. Per garantire quindi la salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro è quindi necessario prendere in considerazione non solo i rischi legati alla salute fisica, quindi legati agli infortuni e alle malattie professionali, ma anche quelli legati alla salute mentale e sociale dei lavoratori ossia quelli che incidono sul benessere dei lavoratori in senso psicologico e relazionale.
I rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori presenti in un luogo di lavoro sono convenzionalmente classificati in:
I rischi psicosociali derivano da inadeguate modalità di progettazione, organizzazione e gestione del lavoro e da un contesto lavorativo socialmente mediocre e possono avere conseguenze psicologiche, fisiche e sociali negative, come stress, esaurimento o depressione connessi al lavoro.
Stress e rischi psicosociali nelle organizzazioni emergono quindi da cattive pratiche di gestione e organizzazione del lavoro e da un ambiente di lavoro inadeguato. Possono includere fattori come:
Questi elementi possono interagire con le capacità individuali e la situazione personale del lavoratore, influenzando la sua salute mentale e il suo benessere.
Tutti questi aspetti vanno considerati, da parte del datore di lavoro, in ambito di valutazione dei rischi.
L'esposizione a rischi psicosociali nei luoghi di lavoro può portare a problemi di salute mentale come stress, burnout o depressione.
Tali condizioni non solo diminuiscono la qualità della vita del lavoratore, ma possono anche influire sulla sua produttività e causare assenze prolungate dal lavoro, incidendo negativamente sull'efficienza organizzativa. Inoltre, possono manifestarsi anche disturbi fisici, come malattie cardiovascolari, problemi muscoloscheletrici e altri problemi di salute a lungo termine.
Intervenire affinché stress e rischi psicosociali non si manifestino nell’ambiente lavorativo deve essere visto innanzitutto come un investimento da parte del datore di lavoro per molteplici motivi, tra cui possiamo individuare:
La prevenzione dei rischi psicosociali sul lavoro non è quindi solo una questione di conformità legale o di etica, ma è anche una strategia intelligente per migliorare la salute organizzativa e la sostenibilità a lungo termine di un'azienda.
I rischi psicosociali possono essere gestiti con un approccio sistematico come quello utilizzato per altri rischi legati alla sicurezza e alla salute sul lavoro. Questo implica intervenire sulle strutture organizzative, migliorare la comunicazione e le relazioni sociali nel contesto lavorativo. I datori di lavoro sono infatti tenuti a valutare e gestire adeguatamente anche i rischi collegati allo stress lavoro-correlato. È fondamentale coinvolgere i lavoratori in questo processo, poiché la loro conoscenza diretta delle condizioni di lavoro contribuisce a identificare e risolvere efficacemente i rischi. Questo coinvolgimento è particolarmente utile nella gestione di rischi psicosociali e stress lavoro correlato, migliorando significativamente la sicurezza e la salute sul lavoro.
È opportuno effettuare la valutazione rischi psicosociali nei seguenti casi:
Dopo l'identificazione, è fondamentale sviluppare e applicare interventi adeguati che possano includere la modifica delle pratiche di lavoro, il miglioramento delle comunicazioni interne, la promozione di un ambiente di supporto, e la formazione di manager e lavoratori su come gestire lo stress da lavoro e i conflitti.
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